Le gare di sci alpino a cavallo di Natale non hanno detto molto di diverso rispetto al resto della stagione.
- Nello slalom di Campiglio gli italiani sono stati poco più che comparse. Sala ha fatto la classica gara da Sala, troppo avanti per dire che è andato piano e troppo indietro per dire che è andato forte. Razzoli ha confermato che anche a 38 anni e con una schiena tenuta assieme con l'adesivo porta a scuola gran parte dei nostri giovani talenti o supposti tali. Vinatzer ribadisce di essere la risposta italiana a Noel, ma solo perché anche Noel ha iniziato a uscire sempre.
- Le gare di Bormio, stupende da un punto di vista tecnico e impreziosite da due prove strepitose di Kriechmayr e Odermatt, hanno confermato lo stato agonizzante della squadra di velocità maschile. In Super G il migliore è stato Innerhofer, che ha fatto una buona prima metà di gara, è calato nella seconda e ha aggravato la sua posizione con un'intervista imbarazzante in cui ha giustificato il piazzamento con la disabitudine a partire con numeri alti. In discesa sono arrivati due risultati nei 10, ma a mio avviso sono falsi segnali di ripresa, o almeno segnali da prendere con estrema cautela. Qualsiasi piazzamento nello sci va pesato tenendo conto delle condizioni di pista e di neve, che qui erano ultra-favorevoli agli italiani.
- Nello slalom femminile la squadra italiana ha fatto un passo indietro dopo i buoni segnali di Sestriere, con zero qualificate su 5. Ciò nonostante, dovremmo avere un paio di posti in più a partire da Flachau (non che al momento si sia costretti a panchinare Marlies Schild).
- In gigante Bassino si è confermata al vertice con due podi e chiuderà il 2022 con il pettorale rosso. Brignone piano piano più vicina ai suoi livelli, anche se ancora non è riuscita a mettere assieme due manche davvero ben fatte. Dietro di loro il deserto, al di là di un'altra qualifica di Asia Zenere.